A. è un podista amatoriale di 52 anni di medio livello. Attivo da diversi anni sulle gare della distanza dei 10000 metri, ha al suo attivo una maratona, nel 2019. Si è sempre allenato costantemente, seguendo tabelle personalizzate e integrando i km settimanali con allenamenti di rinforzo muscolare in palestra. Non aveva mai accusato particolari problemi alla schiena prima di questo episodio che l’ha portato presso il nostro studio , nonostante avesse cominciato a correre in sovrappeso e perdendo chilogrammi proprio intensificando l’attività di corsa.
Durante il lockdown, complice forse anche una postazione di lavoro scomodo per un lavoro, già sedentario, e in più svolto da casa, inizia ad accusare un forte mal di schiena a livello lombare. La visita ortopedica alla quale si sottopone, appena possibile consiglia una radiografia che evidenzia una spondilolistesi di grado lieve. Il medico prescrive stop alla corsa, ciclo di ginnastica posturale e ulteriore radiografia in flessione per monitorare il comportamento della vertebra in movimento.
La spondilolistesi, infatti, è una condizione, perlopiù congenita, in cui il corpo vertebrale si trova scisso dall’arco della vertebra stessa e tende a scivolare in avanti sulla vertebra sottostante.
Fig.1 Lisi dell’istmo vertebrale
Uno dei fattori determinanti la gravità della situazione è la stabilità della vertebra durante la flessione del tronco, ossia bisogna verificare che lo scivolamento non aumenti.
Il paziente inizia quindi un ciclo di sedute di ginnastica posturale (una volta a settimana) integrate da esercizi mirati ad aumentare la stabilità addominale e lombare, per costruire una sorta di “corsetto anatomico muscolare”. Si inseriscono lavori specifici per il muscolo multifido (che contraendosi tende a “riportare indietro” la vertebra.
Il paziente intanto consulta anche un medico sportivo che lo autorizza a correre con l’ausilio di un lombostato che lo aiuti a mantenere stabile e protetta la colonna vertebrale.
Nell’arco di un mese il paziente torna ad allenarsi sulle medie distanze, senza accusare dolore, continuando ad eseguire gli esercizi insegnatogli.
Tiziana Bini, Dott.ssa in Fisioterapia