Gli ultrasuoni sono un’onda sonora non percepibile dall’apparato acustico umano.
Gli apparecchi di ultrasuonoterapia erogano onde aventi frequenza compresa tra 1MHz e 3MHz e una potenza di uscita tra i 3 e i 5 Watt/cm in modalità continua o pulsata.
La penetrazione delle onde sonore nei tessuti produce un effetto biologico che provoca:
- un’effetto meccanico: l’alternarsi di pressione e decompressione che l’onda sonora provoca a livello tissutale simula un “massaggio” che favorisce la mobilizzazione dei liquidi. Questo rende gli ultrasuoni uno strumento di importante aiuto alla terapia in tutte le situazioni in cui sia presente uno stato edematoso;
- un effetto termico (la vibrazione dovuta al passaggio delle onde nei tessuti produce a sua volta calore. In virtù di questo l’ultrasuonoterapia è una termoterapia: attiva il metabolismo locale, migliora la circolazione e inibisce le contratture muscolari;
- un’attivazione chimica che agevola il normale funzionamento del metabolismo cellulare.
L’ultrasuonoterapia può essere applicata direttamente a contatto della zona da trattare con una testina che può essere fissa o mobile o in immersione in acqua. Nella tecnica a contatto, più usata, tra la a testina emittente e la cute del paziente, viene interposto del gel conduttivo, per favorire lo scivolamento della stessa, ad eliminare l’aria che potrebbe interporsi tra testina e cute, inficiando l’assorbimento dell’ultrasuono. Il manicotto viene mantenuto in movimento per una durata di parecchi minuti (variabili in base alla superficie da trattare) o tenuto fisso su un punto più circoscritto per tutta la durata del trattamento (che in questo caso sarà più breve..
Tra le patologie che possono beneficiare di ultrasuonoterapia troviamo: contratture, edemi ed ematomi, morbo di Dupuytren, cicatrici cheloidi, infiammazioni dei tessuti molli soprattutto laddove siano accompagnati da calcificazioni (fascite plantare con spina calcaneare per esempio).
Tiziana Bini, Dott.ssa in Fisioterapia