La corrente elettrica trova ampia applicazione in fisioterapia in virtù dei principali effetti che le si riconoscono:
- Elettrolitico (migrazione degli ioni)
- Analgesico (modificazione del potenziale di membrana)
- Stimolante (il metabolismo cellulare risponde a stimoli elettrici sia endogeni che esogeni)
Da evitare in presenza di pacemaker e in caso di ipersensibilità cutanea o in caso di tessuto non perfettamente integro.
Ciascuna elettroterapia sfrutta diversamente questi effetti.
T.EN.S. è l’acronimo di Transcutaneous Electrical Nerve Stimulation, sfrutta il principio della teoria del “Gate Control” (un principio neurofisiologico secondo il quale il cervello opera una sorta di selezione degli stimoli che riceve ed inibisce un certo tipo di stimolo doloroso quando contemporaneo ad altri.
Le correnti T.E.N.S. eccitano selettivamente alcune fibre nervose inibendo quelle che trasmettono la sensazione di dolore. L’ effetto analgesico non è stabile nel tempo ma sorprendentemente rapido.
Trova applicazione nelle forme nevralgiche, nel trattamento sintomatico del dolore di origine artrosica.
La ionoforesi agisce in virtù della proprietà elettrolitica delle correnti elettriche riducendo il farmaco usato durante l’applicazione in ioni che poi vengono attirati verso il polo opposto amplificandone l’assorbimento. E’ necessario conoscere la polarità del principio attivo del farmaco per posizionarlo sull’elettrodo della stessa polarità.
Durante i primi minuti il farmaco viene scisso, nei successivi 5-10 minuti di applicazione il farmaco viene pressoché tutto assorbito.
Si utilizza soprattutto con i FANS, non ha indicazioni sue ma quelle del farmaco usato.
Le correnti diadinamiche sono correnti alternate monodirezionali, mono o difasiche a periodo variabile che agiscono sulle fibre nervose producendo un effetto analgesico in virtù della loro variabilità nel periodo (viene ridotto l’adattamento delle fibre stesse, tipica risposta a uno stimolo costante).
La risposta maggiore a livello di membrana sia ha in corrispondenza del polo negativo che quindi va posizionato sul punto di massimo dolore.
Un discorso a parte meritano le Elettrostimolazioni, oggi usate più nell’ambito del fitness e dello sport che in ambito sanitario, spesso eseguite a casa con macchinari domestici. Il funzionamento è di fatto molto semplice: un muscolo in risposta a uno stimolo elettrico si contrae.
Perché questa stimolazione sia efficace lo stimolo esterno deve arrivare sul “punto motore” del muscolo stesso ossia il punto in cui arriva anatomicamente l’impulso nervoso .
Inoltre va detto che l’impulso elettrico a seconda della sua durata può stimolare in maniera selettiva le fibre muscolari o le fibre nervose permettendo la contrazione di muscoli denervati (a seguito di una paralisi per esempio).
Alla luce di quanto detto è chiaro che sarebbe più opportuna l’esecuzione presso personale specializzato che sappia scegliere la modalità e localizzazione di applicazione più adatta.
In ambito sportivo viene spesso praticata laddove si ritiene necessario un rinforzo muscolare ma anche qui un “addetto ai lavori” saprà individuare l’effettiva necessità del trattamento e consigliare l’eventuale rinforzo contemporaneo di altri distretti muscolari per non creare scompensi.
Tiziana Bini, Dott.ssa in Fisioterapia