Fratture

La frattura è la rottura (anche parziale) di un segmento osseo in risposta a un trauma che superi la sua resistenza o a una serie di microtraumi ripetuti (frattura da stress, come quella dei marciatori, ad esempio.
Quando il trauma che l’ha provocata è stato molto lieve è buona norma ricercare la concomitanza di patologie che abbiano ridotto la densità ossea modificandone la struttura (osteoporosi, neoplasie, etc.).

osteoporosi_vertebrale_evol

Fig. 1 L’osso con osteoporosi, dalla struttura trabecolare meno densa è soggetto a fratture anche senza trauma

La frattura può essere chiusa o esposta (nel caso in cui l’osso fratturato abbia attraversato la cute e sia visibile dall’esterno). Può essere composta se i monconi ossei sono rimasti anatomicamente “al loro posto” o scomposta se si sono spostati. Se i frammenti sono più di due la frattura non si definisce semplice ma pluriframmentaria. In base alla rima di frattura si parla inoltre di frattura trasversa, obliqua, spiroide o longitudinale.

 

tipi-fratture-italiano

Fig. 2 Classificazione delle fratture

Scongiurato il rischio di infezione, soprattutto per le fratture esposte ed escluse lesioni vascolari o nervose la prognosi è di solito favorevole ma con dei tempi di recupero piuttosto variabili a seconda che sia necessario o meno un intervento chirurgico piuttosto che semplice immobilizzazione in gesso o in tutore.

Nelle prime due settimane si riduce l’edema e si stabilizza la frattura, entro la sedicesima settimana si forma il tessuto di riparazione che poi si addenserà a formare il callo osseo poi sostituito dal vero tessuto osseo. Quest’ultimo sarà poi soggetto a rimodellamento nei mesi successivi. Può essere necessario anche più di un anno perché l’osso recuperi la sua forma originaria.
A seconda dei tempi di immobilizzazione il tempo di rientro alle normali attività può essere più o meno lungo e sarà compito del fisioterapista garantire il recupero dell’articolarità, di un buon trofismo muscolare del distretto interessato (elettrostimolazioni e ginnastica) e di una postura equilibrata.
Anche nell’immediato post-trauma può essere utile la magnetoterapia, l’Ener-pulse® per accelerare la formazione del callo osseo e l’intervento del fisioterapista per mantenere la mobilità delle articolazioni vicine a quella immobilizzata.

 

Tiziana Bini, Dott.ssa in Fisioterapia