SCOLIOSI
La scoliosi si presenta come una deviazione della colonna vertebrale spesso individuata in famiglia dalla mamma che continua a dire “stai dritto, non vedi che stai tutto storto”. In realtà la scoliosi è un discorso ben più complesso della semplice attitudine a sedersi male ma è una deformità tridimensionale della colonna vertebrale che si presenta con le vertebre non più messe in asse come dovrebbero, ma posizionate ruotate rispetto alle sotto/soprastanti e, alla lunga deformate sotto la spinta del carico scorretto.
Fig.1 Meccanismo di rotazione della scoliosi
La deformità è ciò che differenzia la scoliosi propriamente detta dall’atteggiamento scoliotico nel quale la deviazione della colonna si presenta solo in alcune posizioni. L’atteggiamento può tra l’altro essere solo transitorio come nel caso dell’atteggiamento scoliotico antalgico che si assume laddove ci sia una situazione che provoca dolore.
Nella scoliosi la deviazione laterale che sembra essere il problema è invece l’espressione finale di una situazione più articolata.
È una delle patologie della colonna più conosciute proprio perché visivamente individuabile anche a un profano e circondata da una serie di falsi miti da sfatare.
- È provocata dal peso dello zaino e dal banco scomodo a scuola: falso. Il più delle volte è idiopatica, ossia la causa è assolutamente sconosciuta;
- Il nuoto fa bene: falso. È un’attività dove il ritmo respiratorio è fortemente alterato e il soggetto è spesso costretto a una sorta di apnea inspiratoria durante la quale le coste esercitano una maggiore spinta sulle vertebre che partendo da una posizione asimmetrica accentuano ulteriormente l’asimmetria;
- Può comparire dopo una gravidanza o un forte trauma in età adulta: falso. Compare in età infantile/puberale e, visto che come si è detto comporta deformazione vertebrale, il suo evolvere perlopiù termina con la maturità ossea.
La terapia chinesiterapica si basa su un’idonea ginnastica respiratoria, funzionalità spesso compromessa a causa della rotazione delle vertebre che ruotano a loro volta le coste e su esercizi asimmetrici mirati a contrastare la rotazione. Il regolare screening ortopedico è fondamentale per valutare l’evoluzione e l’eventuale necessità di adottare un corsetto (ne esistono diversi tipi), un periodo di gesso o nei casi più gravi ed evolutivi un intervento chirurgico.
Tiziana Bini, Dott.ssa in Fisioterapia