5 SOSTANZE DOPANTI E IL MARATONETA: NE VALE LA PENA?
Sono considerate dopanti tutte quelle sostanze che aiutano un’atleta a migliorare la propria prestazione agendo sui meccanismi metabolici (e mentali) dell’organismo.
Fondamentalmente si possono classificare in 5 categorie:
ANABOLIZZANTI: sostanze molto simili al testosterone, agiscono sull’aumento della massa muscolare, determinando quindi maggiore forza muscolare. Non aumentano la resistenza e in maratona non si è mai impegnati al massimo della potenza. (Da evidenziare che alla sospensione della somministrazione si riduce la produzione endogena di testosterone – studio americano di Calabrese LH e coll.)
ORMONI IPOFISARI: l’ormone della crescita(GH) avrebbe la funzione di aumentare la massa muscolare a svantaggio di quella grassa, peccato però che la massa magra abbia un peso e che non è la massa utile alla prestazione del maratoneta. La corticotropina (ACTH), normalmente prodotta dall’ipofisi stimola la produzione di cortisolo da parte delle ghiandole surrenali e il cortisolo aumenta la resistenza agli stress rendendo quindi l’atleta più pronto ad affrontare il lungo periodo di allenamento pre-gara.Il piccolo inconveniente sarebbe che l’uso prolungato provochi “piccoli” effetti collaterali quali diabete, abbassamento delle difese immunitarie, osteoporosi, ulcera. Ne consegue chiaramente e che anche l’assunzione diretta di cortisone ha azione dopante.
STIMOLANTI: insieme alle anfetamine e alla cocaina rientra in questa categoria anche la caffeina, la quale si considera dopante all’assunzione di circa 5- 6 tazzine nell’immediato pre- gara. Lo scopo di queste sostanze sarebbe quello di migliorare la concentrazione, migliorare le funzioni respiratoria e cardiocircolatoria e soprattutto migliorare la risposta alla sensazione di fatica. Sulla lunga distanza ciò può essere controproducente perché si rischia di consumare troppa energia nelle prime fasi della gara e arrivare completamente privi di energia quando la strada è ancora lunga. Da non sottovalutare le aritmie cardiache che queste sostanzepossono provocare.
DIURETICI: molto usati in altre discipline sportive contrastano la ritenzione idrica con conseguente perdita di peso. Il vantaggio che si dovrebbe avere dal correre portandosi dietro qualche ettogrammo in meno è minimo rispetto ai danni provocati dalla disidratazione cellulare. Innanzitutto peggiora la prestazione neuromuscolare e inoltre saltano i meccanismi di termoregolazione che permettono una corretta sudorazione.
ERITROPOIETINA: sostanza normalmente prodotta nei reni e nel fegato, ha lo scopo di stimolare la produzione di globuli rossi da parte del midollo osseo. Situazioni di ipossia (come in alta quota) possono aumentarne la produzione aumentando di fatto la percentuale di massa di globuli rossi circolanti insieme al plasma. Questo valore è misurato dall’ematocrito ed in condizioni fisiologiche è circa 45 negli uomini e un po’ di meno nelle donne. Oltre i 50 (che è il limite imposto agli atleti in clinica è già patologico). Un aumento di tale valore per l’atleta significa più ossigeno in circolo a disposizione, quindi prestazione migliore, ma anche un incremento della viscosità del sangue con conseguente rischio di trombosi!!!
In sintesi, si corre per divertirsi e perché fa bene. Vale la pena mettere a repentaglio la propria salute per provare a guadagnare qualche secondo al km? Sfida te stesso e prova a farcela e a migliorarti con le tue forze. La maratona è dentro di te non in una sostanza artificiale.
NO AL DOPING
E la musica? C’è chi la considera dopante…
Tiziana Bini, Dott.ssa in Fisioterapia (specializzata in Biochimica dello sport e in Alimentazione ed integrazione nello sportivo)