L’algodistrofia è una sindrome dolorosa regionale caratterizzata da anomalie nervose e di vascolarizzazione in una zona molto limitata, principalmente di un arto, spesso nelle sue estremità. La caratteristica, come suggerisce il nome, è un malfunzionamento del sistema di trasmissione del dolore che continua a inviare il segnale anche in assenza dell’evento doloroso. Il quadro è infatti solitamente scatenato, anche se non si può parlare di vera causa/effetto, da un trauma iniziale. Trauma che può intendersi anche come serie di microtraumi, piuttosto che una grossa lesione. Immobilizzazione, danni vascolari cerebrali, infarti, tumori, interventi chirurgici anche se in artroscopia e l’assunzione di alcuni farmaci rientrano nei fattori che possono innescare il quadro patologico.
La classificazione medica la distingue in tipo I (senza danno lesivo neurologico) e tipo II o “causalgia” in presenza di una lesione neurologica.
I sintomi sono spesso anche visibili sulla cute e vanno dalle alterazioni di colore, di spessore, di “luminosità” a quelle di idratazione e temperatura fino ad arrivare a rush cutanei, ulcere e rischi di conseguenti infezioni. Anche la crescita dei peli può subire variazioni.
I sintomi neurologici coinvolgono l’aspetto motorio causando contratture e alterazioni di tono muscolare vari fino a causare rigidità articolare.
Il Sistema Nervoso Autonomo causa il vasospasmo responsabile del dolore acuto anche per un contatto leggero (allodinia) che peraltro persiste a lungo o addirittura la “stilettata” riferita dal paziente in assenza assoluta di stimolo.
La prognosi è variabile: possibile la risoluzione spontanea in qualche mese come pure la cronicizzazione o la riacutizzazione sporadica dei sintomi.
Agli esami strumentali si evidenzia l’edema osseo che degenera nella demineralizzazione se trascurato a lungo. Opportuno quindi intervenire precocemente con la terapia sia farmacologica che fisioterapica.
La fisioterapia deve escludere l’applicazione di forme di stimolazione elettrica che tende comunque ad eccitare il sistema nervoso, già troppo attivo.
Utile invece la magnetoterapia pulsata, Ener-Pulse®
Tiziana Bini, Dott.ssa in Fisioterapia