A. C. è una donna di 42 anni che dall’età di 15 soffre dii dismenorrea. I dolori sono atroci, localizzati sull’addome e sulla zona lombare per i primi 3 giorni di ciclo mestruale, caratterizzati peraltro da flusso molto abbondante e coagulato. A poco servono gli antidolorifici cui fa regolarmente ricorso per attenuare la sintomatologia che un paio di volte l’ha costretta a recarsi al pronto soccorso dove l’hanno aiutata a liberarsi di coaguli particolarmente voluminosi e le hanno somministrato morfina.
Le visite ginecologiche e gli esami strumentali hanno sempre escluso problemi anatomici o patologie in atto ma la paziente è molto frustrata da questa problematica apparentemente irrisolvibile che le condiziona la quotidianità in quei giorni e la programmazione di viaggi o eventi di qualsiasi tipo.
L’ultima ginecologa consultata a settembre conosce la metodica del massaggio connettivale reflessogeno e la invia a me per impostare un programma dii trattamento secondo questa metodica. Consiglia altresì alla paziente di assumere un integratore di magnesio. In effetti la paziente, pur non essendo esattamente una mangiona, è però poco attenta alla qualità dei cibi ed più propensa ad aperitivi sfiziosi: probabile che questo utile minerale non sia assunto a sufficienza con l’alimentazione. Beve in compenso quotidianamente sufficiente acqua (importantissima anche per questo tipo di sindromi).
Alla mia intervista iniziale si registra menarca a 13 anni, ciclo regolare di 25 giorni, assenza di familiarità per problemi ginecologici importanti.
Si affronta il primo mese di trattamento con una seduta a settimana di massaggio connettivale a cui abbino delle manovre di reflessologia plantare nelle zone di corrispondenti agli apparati emuntori (per aiutarla a liberare tossine) e agli organi genitali. Già il primo ciclo dopo questi primi trattamenti viene riferito come “decisamente più sopportabile“, chiedo di quantificare meglio la diminuzione del dolore e scopro che è bastato un antidolorifico da banco al mattino del primo e secondo giorno per avere del dolore tollerabile per tutto il ciclo. Proseguiamo con questo programma anche nei 2 mesi successivi e la paziente arriva a dire che quello che sente non lo definisce nemmeno più “dolore” ma “fastidio“. A dicembre si decide di passare a due sedute al mese, una in fase di ovulazione e una in preciclo. Quest’ultima viene poi non eseguita in quanto la paziente in viaggio per capodanno. Partita preoccupata per questo cambio programma, torna a gennaio entusiasta di come sono andate le cose. La dismenorrea sembra essere un lontano ricordo. Concordiamo di proseguire per alcuni mesi con una seduta al mese nei giorni immediatamente prima del ciclo
Tiziana Bini, Dott.ssa in Fisioterapia