V.R. è una paziente di 46 anni che nel gennaio 2017 ha subito un incidente dal quale ha riportato fratture multiple al piede destro: basi del 2°, 3° e 4° metatarso, del 3° cuneiforme con associata lesione del legamento di Lisfranc e sublussazione tarso-metatarsale del 2°, 3° e 4° raggio. All’immediato intervento di riduzione delle fratture con “filo e viti” segue intervento di rimozione delle stesse, in quanto i fastidi lamentati dalla paziente si presume possano essere riconducibili alla loro presenza. I fastidi sono tanto estetici (il piede presenta una deformità lungo il margine mediale) quanto dolorosi, soprattutto nell’uso di alcune scarpe.
Foto 1 e 2: Vista dorsale e mediale della “tumefazione” a livello del I metatarso
La Risonanza Magnetica del 17/04/2018 individua:
- Presenza di artefatti metallici in corrispondenza del I cuneiforme (residui mezzi di sintesi?)
- Edema osseo sfumato del II e III metatarso e del II del III cuneiforme;
- Presenza di tessuto ad intensità di segnale compatibile con fibrosi in sede superficiale in corrispondenza delle basi del II e III metatarso;
- Normale rappresentazione delle componenti muscolo tendinee flesso-estensorie visualizzate ove si eccettui in corrispondenza del tessuto descritto dove le componenti tendinee appaiono scarsamente discriminabili per cui appare opportuna eventuale integrazione con esame ecografico.
L’ecografia del 18/04/2018 rivela che:
- il piede destro mostra in corrispondenza della tumefazione mediale metatarsale una marcata disomogeneità dei tendini con vasta ed associata raccolta densa contigua con multiple microcalcificazioni interne di circa 20 x 7 mm da riferire in prima ipotesi ad esiti cicatriziali organizzativi;
- edema sottocutaneo cutaneo diffuso.
L’esame clinico evidenzia, oltre ai disturbi riferiti dalla paziente un’oggettiva rigidità di tutte le articolazioni del piede, oltre a uno squilibrio di forza dei muscoli intrinseci (che originano e si inseriscono sul piede) ed estrinseci (che originano dalla gamba per inserirsi sulle ossa del piede). Anche La cicatrice presenta del tessuto rigido e fibrotico.
Si procede quindi con delle sedute in cui vengono mobilizzate tutte le articolazioni del piede, mobilizzati i tessuti della fascia plantare ed assegnati degli esercizi da ripetere anche a casa. L’applicazione del taping muscolare sui muscoli interessati completa le sedute.
Già dopo il primo incontro la paziente riferisce sensibili miglioramenti e nonostante il ciclo di terapie subisca un’interruzione di circa 10 giorni (la paziente è in vacanza), ad oggi (8 sedute), il piede ha recuperato un’estetica migliore e la possibilità di indossare qualunque scarpa senza dolore.
Foto 3 e 4: Vista dorsale e mediale del piede dopo qualche seduta di fisioterapia
Tiziana Bini, Dott.ssa in Fisioterapia