G.B. durante una discesa in snowboard con muscolatura non adeguatamente preparata allo sforzo, senza riscaldamento, lamenta importante dolenzia muscolatura del polpaccio che lo costringe ad interrompere attività sportiva della giornata .
Nell’immediato si consiglia trattamento compressivo anche con calza elastica che, lavorando sulla circolazione, in assenza di una diagnosi precisa della problematica lamentata, offre dei vantaggi sia che si tratti di brusca contrattura sia che ci sia lesione muscolare. Si sconsiglia applicazione di caldo o freddo che trovano indicazione differente a seconda della differente diagnosi.
Nei giorni seguenti il paziente zoppica vistosamente anche se il polpaccio non evidenzia versamento ematico (livido) tipico di una lesione (strappo) ma si presenta particolarmente turgido e dolente al tatto.
Si inizia precocemente trattamento di fisioterapia con frequenza trisettimanale di tecarterapia, linfodrenaggio e applicazione di taping neuromuscolare in modalità decompressiva, ossia decontratturante sulla muscolatura interessata che, irrigidita, limita la flesso-estensione della caviglia.
L’ecografia e la Risonanza Magnetica eseguite dopo pochi giorni evidenziano importante versamento edematoso, con coinvolgimento di fibre parziale (lesione di I grado)
Fig. 1 Sezione longitudinale del versamento intramuscolare (in bianco)
Fig. 2 Sezione trasversale della gamba con versamento intramuscolare
Il trattamento intensivo ha permesso una rapida regressione della sintomatologia dolorosa, completamente scomparsa ai test di sforzo statici (ossia il movimento, soprattutto con rapida contrazione del polpaccio provoca ancora fastidio, che però non si presenta quando viene richiesta contrazione per il mantenimento di una posizione). In questa condizione il paziente può essere autorizzato a non rinunciare alla settimana bianca programmata da tempo, a soli 20 giorni dall’infortunio.
Al ritorno il paziente ha ripreso il ciclo fisioterapico integrando il programma con massoterapia per prevenire fibrotizazione del tessuto cicatriziale ed esercizi di stretching per recuperare e poi mantenere l’elasticità muscolare anche allo scopo di prevenire recidive.
Tiziana Bini, Dott.ssa in Fisioterapia