La colonna vertebrale costituisce l’asse portante del nostro corpo. Formata da 33 vertebre (le cui ultime saldate insieme a formare l’osso sacro), legamenti che la mantengono stabile e muscoli che come le sartie della vela sull’albero ne permettono la mobilità in tutte le direzioni e su tutti gli assi di movimento.
Sostiene il peso del corpo e per funzionare al meglio deve rispondere a requisiti apparentemente in contraddizione: stabilità e resistenza da una parte e mobilità dall’altra.
La resistenza in particolare è aumentata dal fatto che sul piano sagittale presenta delle curve mantenute appunto dal tono dei muscoli vertebrali. Un’alterazione del tono di questi muscoli determina in prima battuta una riduzione o accentuazione delle suddette curve con tutta la sequela di squilibri posturali e, spesso dolori diffusi sia muscolari (contratture) che articolari (alterato carico).
Fig.1 La colonna vertebrale in toto
Il tratto cervicale è il tratto più mobile della colonna, permette l’orientamento della testa nello spazio e si coordina con i muscoli oculomotori in tutte le attività giornaliere. La cervicalgia indica un dolore al tratto cervicale e può costituire, malgrado il suo carattere benigno, un disturbo serio per il paziente.
Le cause dei dolori cervicali possono essere di origine posizionale come nel caso di posture assunte per lunghi periodi (scrivania, divano, letto),
Fig. 2 Le posizioni “stressanti” e quella corretta per dormire
oppure essere causa di effetti traumatici come “colpi di frusta” o traumi distorsivi, sportivi, fratture, artrosi, ernie discali.
Fig. 3 Il meccanismo d’azione del colpo di frusta
L’evoluzione della cervicalgia in termini di guarigione può andare incontro a risoluzione spontanea della sintomatologia in poco tempo (qualora l’entità del disturbo sia lieve e provocata da un episodio sporadico) ma può richiedere un trattamento più mirato, nel caso di cervicalgie persistenti e dolorose, che provocano limitazioni di movimento del collo, con spasmi muscolari di difesa antalgica. Ciò può essere invalidante per il paziente in alcune attività quotidiane come per esempio fare retromarcia in auto e può estendere la problematica a tutta la colonna.
La dorsalgia (mal di schiena) è un dolore toracico posteriore che si avverte girando e flettendo il torace o nei movimenti che il tratto cervicale può effettuare; nei casi più gravi c’è il blocco del dorso ed è provocato quasi sempre da un insieme di cause. E’ spesso accompagnato da dolore irradiato alla parete anteriore del torace o alla parte superiore dell’addome e può essere di due tipi: acuto e cronico. Il dolore toracico può essere causato da lesioni dei dischi intervertebrali, da fratture da schiacciamento vertebrale, da osteoporosi, neoplasie.
Fig. 4 Crollo vertebrale: può essere traumatico o conseguente a una patologia
Le dorsalgie possono anche essere di origine non vertebrale (viscerale, neurologica) e per questo è sempre bene effettuare esami strumentali per escludere la presenza di malattie importanti: rx sotto carico in toto colonna vertebrale, T.A.C., R.M.N., E.M.G., scintigrafia ossea, M.O.C., esami ematochimici.
Esclusa la presenza di patologie che possono rappresentare controindicazione alle terapie fisiche il paziente può essere aiutato con massoterapia, elettroterapia antalgica, ionoforesi, T.E.N.S., ultrasuoni, magneto terapia, termoterapia, infrarossi, ipertermia, laserterapia e con rieducazione motoria (kinesiterapia, ginnastica medica, individuale o di gruppo, globale per la colonna vertebrale). Va detto che spesso la fase acuta è molto invalidante e dolorosa e in questa fase spesso l’unico aiuto alla sintomatologia dolorosa può essere il riposo assoluto e la terapia farmacologica.
La lombalgia è un dolore che tende a instaurarsi nella parte bassa della colonna e viene spesso indicata con la definizione di “mal di schiena” ; a volte il dolore tende ad irradiarsi verso una gamba o ad entrambe dando origine ad una lombosciatalgia.
Le cause sono molteplici: problema della colonna come artrosi o ernia discale, (a volte traumatico -fratture), più spesso comportamentali (posture sbagliate nelle postazioni di lavoro e a letto, stress, scarsa attività fisica ed eccessivo peso corporeo), o da movimenti scorretti (nel sollevare pesi per esempio).
Fig. 5 Ernia del disco
Possiamo distinguere due tipi di lombalgia (che si possono ripetere ciclicamente nel tempo):
– acuta, (e sub-acuta) caratterizzata da dolore che può evolvere spontaneamente nel giro di poche settimane con l’ausilio di farmaci antinfiammatori e posizione di scarico della colonna (ad episodio “acuto” risolto sarebbe utile effettuare un ciclo di fisioterapia e programmare un’attività fisica preventiva);
– cronica può essere soggetta a ri-acutizzazione ed è caratterizzata da dolore che persiste per più di sei mesi e si manifesta ciclicamente e intervallato nel tempo da più o meno frequenti episodi di “colpo della strega” che provocano la sensazione di strappo o bruciore talmente violento da costringere il soggetto a non riuscire a mettersi in posizione eretta. E’ frequente anche che il paziente riferisca la sensazione di sentirsi “storto”, (pendere da un lato) e questo accade come difesa naturale e inconscia (antalgica) delle strutture muscolari della schiena per non sollecitare ulteriormente la zona interessata.Anche in questo caso opportuni esami diagnostici posso chiarire meglio il quadro clinico e orientare verso l’iter terapeutico inteso sia come risoluzione dei sintomi invalidanti in fase acuta sia come prevenzione delle recidive. Ci avvaliamo quindi di mezzi fisici (tecar, enerpulse, laser, ultrasuoni, correnti antalgiche), e manuali (massoterapia, mobilizzazioni vertebrali e trattamenti osteopatici), in associazione a back school e ginnastica posturale.
In tutte le rachialgie vanno inoltre illustrati al paziente esercizi di mantenimento come autotrattamento per consolidare i risultati raggiunti.