L’edema della spongiosa è una situazione clinica evidenziata da una risonanza magnetica che testimonia la presenza di acqua all’interno del tessuto spugnoso dell’osso (il midollo osseo). Va ricordato che l’osso è infatti formato da una corteccia di tessuto più uniforme e compatto (la corticale) che contiene del tessuto che al microscopio si presenta come una spugna in quanto la disposizione delle cellule forma delle cavità che contengono appunto il midollo osseo.
Fig.1 La struttura del tessuto osseo: corticale e tessuto spongioso
La formazione dell’edema è più frequente nelle ossa lunghe e riconosce cause perlopiù traumatiche: la contusione può determinare accumulo di liquido con lo stesso meccanismo con cui avviene nei tessuti molli del nostro corpo a seguito di un violento urto (formazione di livido). Di frequente osservazione è per esempio nel piatto tibiale: il tensionamento dei legamenti del ginocchio per limitare una eccessiva torsione del ginocchio in un movimento incauto, può determinare brusco avvicinamento del femore contro la tibia e conseguente edema.
Va detto però che si riscontra anche come complicanza di patologie quali:
- osteoartrite: l’infiammazione delle capsule scatena una reazione infiammatoria nei tessuti vicini, osso compreso;
- tumori e osteonecrosi: reazione dell’osso un evento innaturale a suo carico;
- artrosi avanzata: la degenerazione delle strutture intrarticolari che non ammortizzano più sufficientemente il carico determina uno stress prolungato dell’osso con conseguente reazione infiammatoria;
- fragilità dell’osso per carenza di calcio come nell’osteoporosi o conseguenza di eccessivo uso di corticosteroidi o esposizione ai raggi della radioterapia.
L’edema osseo come detto si evidenzia con una Risonanza magnetica: a volte è asintomatico ma spesso doloroso nella stessa area interessata.
Il “drenaggio” del tessuto interessato è più arduo di quello che interessa i tessuti molli e possono essere necessari alcuni mesi prima di poter parlare di guarigione completa. La fisioterapia può essere accompagnata dall’uso di corticosteroidi, prescritti dal medico, limitatamente a un tempo breve per non rischiare di indebolire l’osso che indebolito, come visto, sarebbe terreno ancora più fertile per la problematica.
La fisioterapia prevede:
- riposo e applicazione frequente di ghiaccio per pochi minuti;
- la magnetoterapia come azione antiedemigena e favorente il processo di guarigione e rimodellamento del tessuto osseo. Particolarmente indicata quella ad impulsi ENER-pulse;
- la tecarterapia in modalità resistiva può esplicare la sua azione antinfiammatoria anche sul tessuto osseo;
- rinforzo muscolare con esercizi isometrici ed eventualmente con elettrostimolazioni che sarebbe bene effettuare su quei muscoli che sono soggetti ad indebolirsi troppo facilmente con il riposo forzato.
Tiziana Bini, Dott.ssa in Fisioterapia