Il piede diabetico

piede diabetico

Per “piede diabetico” si intende la condizione, abbastanza frequente nelle persone affette  da diabete, come conseguenza della neuropatia a cui questi soggetti  sono predisposti.  La riduzione  della sensibilità agli arti, primo sintomo della neuropatia,  rende le estremità più soggette a traumi e lesioni di cui non si ha consapevolezza. Le ferite sono peraltro lente a riparare a causa dei deficit circolatori  e a questo consegue un rischio d’infezione che, nei casi più gravi, può rendere necessario un’intervento di amputazione di tutto o parte del piede. Fondamentale quindi l’individuazione precoce del fenomeno e il pronto intervento medico.

Il deficit arterioso periferico è chiaramente aggravato da alcuni fattori di rischio: malappogio plantare, deformazioni scheletriche del piede, fumo, scarpe inadeguate, etc etc. Medico e fisioterapista collaborano quindi in un programma di educazione atto a individuare e correggere abitudini di vita scorrette.

La fisioterapia in questi pazienti ha proprio lo scopo di combattere il degenerare della circolazione. Si procede attivando il paziente con un programma di allenamento chiaramente conforme al quadro clinico generale: d’obbligo la valutazione del paziente in toto, comprese eventuali altre patologie concomitanti. A questo proposito, si ricorda comunque come l’allenamento aerobico sia parte integrante di molti progetti riabilitativi dei cardiopatici e che l’ischemia cardiaca non è quindi da considerarsi controindicazione assoluta.
Nei casi più gravi il programma di ginnastica attiva deve essere preceduto da alcune sedute di mobilizzazione passiva e attiva assistita per iniziare il recupero del trofismo muscolare dei vari gruppi muscolari necessario allo svolgimento di esercizi più complessi. Fondamentale anche un training di ginnastica respiratoria prima di iniziare l’allenamento in palestra, compreso quello aerobico. Cyclette o camminata vanno comunque affiancate da un’opportuna sequenza di esercizi di stretching e di allenamento della propriocezione.

La massoterapia di drenaggio sia venoso che linfatico può inoltre  aiutare a ridurre l’edema dei tessuti e agevolare così il normale flusso sanguigno. Riguardo quest’argomento, una menzione particolare la merita il massaggio connettivale reflessogeno, messo a punto da Elizabeth Dicke, particolarmente efficace nell’equilibrare il sistema neurovegetativo e di tutte le funzioni ad esso correlate (circolazione compresa). Sperimentandolo su sé stessa si salvò infatti da un amputazione che sembrava inevitabile a seguito di una grave arteriopatia obliterante.

Tiziana Bini, Dott.ssa in Fisioterapia