L’osteoporosi è una patologia scheletrica che comporta una modificazione dell’architettura ossea con conseguente riduzione della resistenza dell’osso stesso e quindi aumentato rischio di frattura.
Può essere primaria (senile o post-menopausa) o secondaria a patologie endocrine che alterano il metabolismo del calcio e, in questi casi, è estesa a tutto lo scheletro. Quando è conseguente a un periodo di immobilizzazione, dovuto a un trauma per esempio, è localizzata al solo segmento coinvolto. La normale rigenerazione ossea è infatti favorita dal carico del peso corporeo e dall’ attività fisica.
La sintomatologia è vaga: dolore sordo che si accentua sotto carico, spesso trascurato per cui la diagnosi arriva spesso che già si è in uno stato avanzato.
Essendo la prevenzione fondamentale si raccomandano screening regolare nei soggetti a rischio: età, sesso femminile, soggetti fumatori, sedentari, presenza di patologie metaboliche, uso massivo di cortisonici. La MOC (mineralometria ossea computerizzata) è l’esame, non invasivo che evidenzia il progredire della patologia da osteopenia ( (mineralizzazione ridotta rispetto al normale) fino all’osteoporosi vera e propria (dove la perdita di massa aumenta drasticamente la fragilità ossea).
Fig. 1 Si evidenzia la differente struttura dell’osso osteoporotico rispetto a quello sano
In caso di osteoporosi la fisioterapia consente di integrare il programma di prevenzione dei rischi di frattura con esercizi prolungati, in carico ma comunque nel rispetto dello stato di salute generale del soggetto e della sintomatologia.
Si andrà a lavorare quindi sempre dopo opportuno riscaldamento muscolare con delle mobilizzazioni nel range del non-dolore: si eserciterà la coordinazione motoria, i riflessi di equilibrio e posturali. S incentiverà il paziente ad adottare stile di vita più idoneo, abolendo i fattori di rischio: vita sedentaria, fumo e sovrappeso. Utile l’esposizione al sole che attiva la funzione della vitamina D a sua volta indispensabile affinché il calcio contenuto negli alimenti (e da integratori spesso suggeriti dal medico), venga effettivamente depositato nel tessuto osseo.
Anche delle sedute di magnetoterapia possono coadiuvare il lavoro attivo.
Tiziana Bini, Dott.ssa in Fisioterapia