Per tendinopatia si intende lo stato di sofferenza del tendine ossia la parte non contrattile del muscolo, l’organo fibroso con cui il muscolo si inserisce sull’osso. È quello che viene messo in tensione durante la contrazione muscolare. È per sua funzione poco elastico e quindi facilmente soggetto a traumi distrattivi. L’eccessiva sollecitazione continuata nel tempo porta il tendine a sviluppare un processo infiammatorio (tendinite), che poi può estendersi ai tessuti adiacenti (peritendiniti); può coinvolgere in maniera impegnativa la parte più vicina all’osso (entesite) fino ad interessare la giunzione osteotendinea stessa (tendinopatia inserzionale).
La tendinosi è la degenerazione del tessuto tendineo con conseguente indebolimento. Il fenomeno è abbastanza frequente nelle persone anziane e nei soggetti che sollecitano tendini già infiammati, ignorando il fatto che su questo quadro clinico la lesione anatomica vera e propria è quasi inevitabile. Sono fattori predisponenti: eventuale rigidità (congenita o no) dei tendini o dei tessuti vicini e l’abitudine a d eseguire gesti “atletici” in modo scorretto. Non è un caso che alcune infiammazioni tendinee prendono il nome proprio dello sport nel quale si osservano con maggior frequenza (gomito del tennista, ginocchio del saltatore, etc., etc.).
La fisioterapia trova indicazione sia per ridurre il fenomeno infiammatorio sia per correggere posture e tensioni che hanno scatenato il fenomeno avvalendosi di elettroterapia, tecarterapia lavoro manuale , stretching, etc., Il fisioterapista saprà inoltre consigliare sull’utilizzo di tutori/ortesi se indicati e sulla modalità di applicazione degli stessi.