Fisioterapia in geriatria

paziente anziano

L’importanza dell’elasticità muscolare mantenuta nel tempo  ha una suo valore in termini di salute in prospettiva dell’invecchiamento. Con l’avanzare degli anni il tessuto connettivo va incontro a un fisiologico  irrigidimento. I tessuti perdono liquidi, il collagene aumenta e l’elastina (altro componente dei tessuti cutanei e sottocutanei cambia “forma”; la sua struttura perde estensibilità con conseguente  diminuzione di forza muscolare, di resistenza cutanea  e tendinea e di  salute ossea.

Lo stretching  nei soggetti anziani che non hanno mantenuto negli anni un’adeguata pratica sportiva, mirata al mantenimento di una buona mobilità ed elasticità può apparire ostico. Si cerca pertanto una mobilizzazione graduale tanto passiva quanto attiva guidata da esercizi progressivi graduati per grado di escursione e di velocità mirati ad  aumentare l’escursione delle articolazioni (l’ampiezza del movimento consentito in autonomia senza dolore) e la flessibilità necessaria allo svolgimento indolore delle attività quotidiane.

Lo scopo è anche diminuire il rischio di infortuni domestici legati ai semplici gesti della quotidianità resi impacciati da una mancata elasticità. gli esercizi proposti devono essere chiaramente calibrati sullo stato attuale di salute del paziente anziano. Deve essere preventivamente valutato lo stato di rigidità legato  ai cambiamenti più o meno patologici  dell’età: cattivo allineamento posturale, esiti di patologie  o traumi recenti, processi degenerativi propri dell’invecchiamento come l’artrosi  o dii tipo neurologico. Il percorso ideale affianca il lavoro attivo dove il fisioterapista può pretendere la partecipazione del paziente usando tecniche dove il movimento passivo viene facilitato dal rilassamento volontario dei muscoli antagonisti: quelli che svolgono il lavoro opposto a quello su cui si sta lavorando in allungamento. Alcune complesse  tecniche richiedono anche l’attivazione volontaria proprio dei muscoli  su cui si intende agire in allungamento. Quando si parla di età avanzata bisogna però spesso fare i conti con pazienti con disturbi cognitivi che limitano parecchio la collaborazione. Di questo occorre prenderne coscienza con attenta valutazione a inizio trattamento per impostare al meglio il programma terapeutico più efficace allo scopo di raggiungere recupero e/o mantenimento dell’indipendenza fisica.

Tiziana Bini, Dott.ssa in Fisioterapia