Reflessologia plantare

mappa di reflessologia plantare secondo Elipio Zamboni

L’applicazione  della reflessologia plantare  risale a tempi antichissimi e se ne hanno tracce in tutte le civiltà, sia orientali che occidentali: è di 6000 anni fa un graffito in territorio italiano raffigurante la relazione che ci sarebbe tra feto e piede.

La tecnica sfrutta il fenomeno del “riflesso” (ossia della risposta fisiologica automatica del corpo, involontaria a seguito di una stimolazione), nonché il concetto che ogni organo in quanto appartenente rappresenti l’intero organismo. In questo caso è la stimolazione dei numerosissimi recettori del piede che arrivando al SNC  scatena una risposta di un organo al fine di migliorarne la funzionalità.

In tempi recenti (inizio XX secolo) è William Fitzgerald, otorinolaringoiatra americano, che osservando come la stimolazione di alcuni punti del piede producesse un forte effetto analgesico, ne  codificò la teoria e disegnò le prime mappe, guadagnandosi la “nomina” di padre della reflessologia moderna. Il successivo  sviluppo avvenne  ad opera  della fisioterapista Eunice Ingham, che grazie alle sue allieve portò alla diffusione della tecnica in Europa.

La mappa a cui ci riferiamo oggi, per i trattamenti presso Fisioeuropa fu elaborata  dall’italiano Elipio Zamboni. Tutte le mappe chiaramente differiscono di poco da quella base di Fitgerald della quale mantengono comunque i punti base: sulle dita si trovano tutti gli organi della testa, sulla parte centrale del piede tutti gli organi toracici e addominali: quelli di destra sul piede destro, quelli di sinistra sul piede sinistro, quelli doppi su entrambi i piedi mentre gli organi impari e mediani sono rappresentati a metà su ciascun piede.

mappa di reflessologia plantare

Fig. 1  Mappa delle zone del piede, secondo Elipio Zamboni – 1982

La vera è propria seduta di reflessoterapia è imprescindibile dall’osservazione del paziente in toto, forma e appoggio del piede, distribuzione delle callosità, nonché della sua postura in toto. Si passa poi alla palpazione del piede al fine di identificare i punti più dolenti sui quali insistere durante il trattamento vero e proprio.

La valutazione reflessologica sugli organi è funzionale e non ha valore di diagnosi, ma può indirizzare il paziente ad effettuare ulteriori indagini e a rivolgersi ad un medico specialista laddove si riscontri una sofferenza di un apparato nonché ad adottare stili di vita più salutari.

Tiziana Bini, Dott.ssa in Fisioterapia