Sono la dottoressa Tiziana Bini del reparto di fisioterapia di Fisioeuropa, centro polispecialistico nel cuore dell’eur particolarmente sensibile alle problematiche legate all’attività di podismo.
Da tre anni è infatti attivo il programma “running clinic” nato dalla collaborazione del Prof. Giuseppe Bianco (direttore dell’equipe di ortodontisti, endodonzisti, dottori in igiene dentale, gnatologi, fisioterapisti e posturologi operativi nel centro), maratoneta e Franca Fiacconi (atleta italiana vincitrice in carriera di diverse maratone tra le quali spicca l’oro di New York nel1998), attualmente personal trainer.
Io stessa ho al mio attivo 10 maratone con il personal best di 3h e 31 conseguito a Terni nel 2011, e 5 ultramaratone (tra cui anche la 100km del passatore nel 2010) e un primo posto assoluto nella classifica femminile conseguito all’ultra maratona del Gargano nel 2013.
Tutto lo staff è quindi sensibile a tutte le patologie in cui un podista può incorrere durante la sua carriera, individuarne i fattori predisponenti e i comportamenti complici.
Il runner è soprattutto soggetto a patologie da sovraccarico, ossia causate da un gesto che da solo non sarebbe traumatico ma che ripetuto un numero di volte eccessivo stressa le strutture coinvolte (ossa, tendini, cartilagini…).
Anche, colonna vertebrale, ginocchia sottostanno ad ogni passo a delle sollecitazioni meccaniche che ripetute nel tempo possono arrivare a provocare delle fratture, definite appunto da stress (le più frequenti quelle metatarsali) che trovano terreno particolarmente fertile nell’atleta con un disordine posturale.
E’ il piede il distretto corporeo più interessato dall’attività della corsa, infatti esiste la voce “piede del maratoneta” proprio a designare tutta la serie di patologie che possono coinvolgerlo quando ci si dedica in maniera impegnativa a tale sport:
• il carico ripetuto può portare, come ho già detto a fratture da stress dei metatarsi;
• il tendine d’Achille, che durante la corsa sopporta un carico fino a 8 volte maggiore del peso corporeo è soggetto a infiammazione, degenerazione (tendinosi), o infiammazione della borsa sottocutanea (sindrome di Haglund) aggravata dallo sfregamento della scarpa sul calcagno;
• tallonite, perlopiù provocata dalla tensione delle fascia aponevrotica che va dal calcagno alla base delle dita, meglio conosciuta come fascite plantare e che col passare del tempo determina una risposta del periostio favorendo la formazione della spina calcaneare (la quale a sua volta alimenta la fascite).
Appoggi plantari inadeguati (piede cavo o piatto); tensioni muscolari a carico del polpaccio che determinano ridotta mobilità della dorsiflessione della caviglia; rigidità congenita della caviglia stessa, scarpe inadeguate, allenamenti di intensità aumentata senza gradualità sono tutti fattori che predispongono a questo tipo di sintomatologie.
Anche l’infiammazione della bandelletta ileo-tibiale è una sofferenza talmente tipica di chi corre che prende il nome di “ginocchio del corridore”. È l’infiammazione del tratto distale della fascia lata (che ricopre i muscoli della parte laterale della coscia per andarsi ad inserire sul perone). Ad ogni estensione di ginocchio la bandelletta si sposta anteriormente rispetto al condilo femorale sfregando contro il condilo stesso e a lungo andare questo può provocar infiammazione della bandelletta stessa.
Tanto più la fascia lata è tesa, tanto più questo sfregamento è dannoso perché produce un effetto “corda di violino”. Altri fattori predisponenti sono le ginocchia vare, un’ eccessiva pronazione del piede, allenamenti non graduali.
Tutte queste sindromi possono trovare valida prevenzione attraverso l’individuazione dei “fattori di rischio” e la correzione preventiva di questi (rieducazione posturale, adozione delle scarpe “giuste”, esercizi di stretching e di potenziamento individualizzati e mirati alle effettive e tensioni, deficit muscolari e articolari dell’atleta.
In fase di sintomatologia conclamata il consiglio a tutti e in particolare agli sportivi è quello di ricorrere il meno possibile ai farmaci che agiscono sul sintomo dolore senza lavorare sulle cause scatenanti.
Il fisioterapista si avvale di una serie di tecniche per alleggerire la tensione delle strutture coinvolte:
• massaggio: il connettivale soprattutto perché sia la fascia lata che la fascia plantare sono proprio di tessuto connettivo ma anche diretto sui muscoli ipertonici, facilitante la circolazione, drenante per smaltire gli accumuli tipici dell’infiammazione;
• mobilizzazioni per guadagnare articolarità delle articolazioni del piede e della caviglia laddove sia limitata;
• esercizi di stretching;
• correzione posturale (anche per esorcizzare recidive);
• applicazione di taping per coadiuvare il lavoro della seduta fino all’incontro successivo.
Fondamentale per un podista è anche una corretta alimentazione sia per mantenere il giusto peso corporeo, sia per non arrivare a carenze dei nutrienti durante le prestazioni (con il risultato di provocare contratture e crampi muscolari) o al contrario sovraccaricare il corpo di integrazioni inutili.
Il team di Fisioeuropa si avvale della collaborazione della dottoressa Monia Zambernardi, nutrizionista; oltre alla mia specializzazione in “Alimentazione e integrazione sportiva”.
Allenamenti inadeguati possono provocare inoltre frequenti problemi muscolari come stiramenti e strappi e nella struttura è possibile sottoporsi ad una ecografia dell’apparato muscolo scheletrico, effettuata con l’impiego di sonde di ultima generazione ad alta frequenza, che permettono uno studio accurato e pressoché ottimale delle strutture muscolari, tendinee e mio-tendinee. L’esame ecografico non solo distingue le diverse componenti anatomiche ma permette una immediata valutazione delle conseguenze di traumi sia recenti che non (ad es. rotture muscolari, ematomi, contratture, distrazioni) e lo studio di alterazioni infiammatorie e/o traumatiche dei tendini.
Nel caso delle patologie del piede di cui si è parlato precedentemente, con una buona ecografia è possibile non solo avere un quadro globale dello stato flogistico di tendini, borse e tessuti peri-Achillei (Triangolo del Kager), ma anche di studiare tutte quelle patologie legate alla presenza di una spina o sperone calcaneare (fascite plantare, tendinopatia calcifica del tendine D’Achille) alle quali il runner abbiamo già detto è particolarmente soggetto.